Titolo criptico, almeno per i non addetti ai lavori, che assume l’esistenza di un percorso virtuoso per le Piccole e Medie Imprese.
In effetti, puntare sulle PMI italiane significa rivolgere attenzione allo sviluppo della maggior parte delle imprese attive nel nostro territorio nazionale e prodursi per realizzarlo in concreto, e di conseguenza migliorare la prospettiva di lavoro per l’82% degli occupati, oggi, in Italia, con ulteriore ricaduta positiva nel territorio stesso.
Un percorso in 7 passi. Verso dove?
Tradizionalmente, “fare impresa” ha voluto dire riporre impegno in un’attività industriale o commerciale o intellettuale, che generasse guadagno. Già secondo questa accezione, se ci chiediamo quanto le PMI siano pronte per sopravvivere in un mercato globale e volatile come quello attuale (e futuro), scopriamo debolezze che da oltre vent’anni ne stanno minando la competitività.
Tra queste: la dimensione insufficiente, il livello basso d’innovazione e digitalizzazione, la difficoltà nell’accesso a risorse finanziarie.
Oggi la continuità aziendale non dipende più solo dalla sostenibilità economica, che è solo un aspetto della sostenibilità nella Governance, ma anche da fattori Ambientali e Sociali, il che è ormai ampiamente risaputo grazie alla divulgazione dei temi di ESG. Comprendiamo, allora, che la sfida per le nostre imprese è complessa, così com’è altrettanto complesso lo sviluppo di modelli di business davvero efficaci nella realtà socioeconomica attuale.
Ma le PMI devono poter valorizzare appieno le loro meravigliose qualità. E AICIM vuole proprio essere – ma senza alcuna presunzione – mentore delle PMI in vista di tale obiettivo.
AICIM, infatti, è nata per fare cultura d’impresa e per dare supporto alle PMI attraverso un percorso virtuoso che l’Associazione ha individuato e che diverse aziende hanno già intrapreso con successo.
Gli strumenti e la metodologia AICIM intendono costituire un modello di riferimento per massimizzare l’efficacia dell’impegno, della dedizione e della passione nel generare un prodotto o un servizio. E tali strumenti e metodologia, da ultimo, sono volti a consentire di attirare risorse – umane e finanziarie – su progetti strategici di ampio respiro.
Per dirlo con uno slogan nella sua più estesa (e realizzata) applicazione, il percorso virtuoso in 7 passi trasforma una scale-up in una multinazionale in 3-4 anni. Lo stesso vale per una PMI.
Va da sé che ogni progresso lungo il percorso, ogni “passo” in avanti, si traduce in un potenziamento per l’azienda in termini di continuità, competitività, sostenibilità e prospettive.
Vediamo dapprima una schematizzazione del percorso in 7 passi e poi come vengono implementati i primi passi attraverso gli strumenti del “BDS”, che è l’acronimo di Business Development System.
Nella figura che segue viene schematizzato il percorso in 7 passi:
Fig 1 . Il percorso virtuoso in 7 passi
Il primo passo ha come obiettivo la consapevolezza. Consapevolezza dei punti di forza e di debolezza dell’azienda rispetto ad una gestione ordinaria delle attività. La gestione ordinaria è quella delle attività di routine. Lo strumento che si utilizza è il BDS–Check, che ha la forma di un questionario e che restituisce un report tale da evidenziare graficamente, in un istogramma, le priorità di miglioramento.
BDS-Check è liberamente accessibile tramite il link https://www.aicim.it/business-development-system/ e può essere utilizzato anche in autonomia. L’esperienza su oltre 500 casi evidenzia però che la migliore propedeuticità ai passi successivi del percorso si ottenga dalla somministrazione del BDS-Check da parte di un Ambassador AICIM qualificato. L’Ambassador compilerà il questionario a seguito di una conversazione libera con l’imprenditore della durata dell’ordine di 2, max 3 ore.
I passi 2 e 3 sono quelli dell’organizzazione, e sono supportati da strumenti BDS “verticali” secondo il modello di business elaborato da AICIM; sottendono la domanda “are you ready?” riferita all’adozione del modello stesso nelle diverse aree aziendali declinato in base ai corrispondenti strumenti:
BDS-Eco Fin per l’Area Economico-Finanziaria
BDS-Innovazione – ICT
BDS-Sostenibilità – ESG
Il passo 3, specificamente, è trasversale e rappresenta la sintesi del modello avanzato AICIM:
BDS-Advance
L’implementazione piena di tutti i contenuti dal BDS-Advanced arriva a far sì che si realizzi il progetto di trasformare una PMI in una vera e propria multinazionale.
L’accesso a questo strumento BDS, a differenza dei precedenti, è riservato agli associati: il BDS-Avance è somministrato da un Ambassador AICIM qualificato. A tale proposito va detto, per inciso, che in AICIM esiste un’Academy, riservata ai Soci, che ha lo scopo di formare, qualificare ed aggiornare gli Ambassador.
La struttura dei diversi strumenti BDS, e la loro somministrazione, è comunque la stessa per tutti: la parte compilativa consiste in un questionario e viene sviluppata dall’Ambassador a seguito di una conversazione libera con l’imprenditore. Anche il report, che contiene l’esito dell’analisi, ha sempre la medesima forma di base, sebbene diversi livelli di approfondimento: il punteggio globale riconosciuto varia da 1 a 100 e la valutazione per ambiti (capitoli) è rappresentata graficamente tramite un diagramma a radar, mentre la valutazione per singolo aspetto di un ambito è mostrata da un diagramma a barre.
Prendiamo ad esempio un report BDS-ICT con punteggio globale, radar degli ambiti, diagramma a barre blu e gialle dei singoli aspetti:
Fig. 2 (Grado complessivo) e Fig 3 (Diagramma a radar degli ambiti)
Fig. 4 – Forze (giallo) e debolezze (blu) sui singoli aspetti: la lunghezza della barra indica l’importanza dell’aspetto; una linea blu lunga evidenzia criticità elevata e quindi una priorità d’intervento.
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Ricapitolando, il percorso prende avvio con l’individuazione dei principali punti di miglioramento dell’azienda rispetto alla gestione ordinaria, quali carenze organizzative e di processo, lacune di ruolo o di competenza.
Il percorso poi prosegue con l’identificazione degli assetti aziendali suscettibili di perfezionamento in un’ottica dinamica di medio termine, mediante l’adozione e l’attuazione di un piano strutturato, in grado di far superare le debolezze croniche tipiche delle nostre PMI, di cui si parlava all’inizio. Piano che, nei termini sopra esposti, integri gli aspetti tecnologici, economico-finanziari e di sostenibilità in un contesto di strategia d’impresa aperto a futuri sviluppi.
L’esecuzione dei passi successivi, dal 4 in avanti, passa attraverso azioni che vanno dal completamento del piano strategico di medio termine, con il necessario rinforzo manageriale della struttura, all’apertura del capitale a terzi, con molteplici forme di accesso al credito, private equity compresa, e ad azioni mirate di sviluppo industriale interno ed internazionale, anche in virtù di mezzi e competenze oggi disponibili sul mercato ed accessibili alle PMI.
Per quel che concerne gli strumenti BDS nell’ambito dell’intero percorso, essi permettono di realizzare già appieno i primi tre passi dei sette previsti, ma il loro utilizzo non si esaurisce qui: hanno una funzione di monitoraggio della situazione, perché nel corso della realizzazione del percorso vanno ripresentati ed aggiornati per poter riconoscere i progressi, valutare che cosa non ha funzionato al meglio ed “aggiustare il tiro”.
In conclusione, il metodo ideato da AICIM poggia su basi concrete in quanto ideato da imprenditori, manager e professionisti i quali, nel corso del tempo e in base alle proprie esperienze, hanno avuto modo di comprendere i punti deboli delle PMI ed individuare soluzioni effettive, e soprattutto praticabili grazie all’utilizzo di strumenti ad hoc che qui si è avuto modo di descrivere, seppur per sommi capi.
Bologna, 15/07/2024
Andrea Billi, Franco Boccia, Isabella Spanò
Coordinatore: Michele Vanzi