Introduzione

A cura di Andrea Spensieri

Ci occupiamo del tema degli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili dalla fondazione di AICIM, cosi come del passaggio generazionale nelle PMI. Oggi focalizziamo ancora di più l’attenzione su questi temi legati alla continuità di impresa, poiché la continuità è essenziale alla sostenibilità del business. Senza continuità non vi è sostenibilità.

L’interesse per questo tema si lega alla visione olistica che dell’Azienda in AICIM dobbiamo avere, poiché l’argomento non riguarda solo gli aspetti economico-finanziari, ma anche di governance e di organizzazione in senso ampio. Ancora più ampio se si pensa agli affetti sul territorio e alla sua sostenibilità.

Certamente il fatto che il Legislatore nel 2019 abbia tradotto in obbligo questa “adeguatezza” degli assetti organizzativi, di controllo e pianificazione della gestione, mira ad ottenere una dimensione organizzativa che di fatto già sussiste nelle grandi Aziende, se non altro per ragioni funzionali e di efficienza. Si tenga ben presente che la PMI si dovrebbe adeguare principalmente per recupero di efficienza, controllo e marginalità. Quindi crescita, occupazione e benessere.

Il fatto che si stiano susseguendo una serie di sentenze di Tribunali in tutto il territorio nazionale fa capire che sul decreto legislativo si è già attivata la vigilanza delle strutture giudiziarie, poiché, lo affermiamo con forza, l’Azienda non è un affare privato, ma il suo andamento coinvolge il sistema socio-economico, l’economia di un territorio e l’ambiente stesso.

Non a caso chi si occupa di normazione e certificazioni ESG è consapevole che ogni progetto di sostenibilità parte sempre da tutti gli stakeholder coinvolti nella vita e nell’attività d’Impresa, tutta la filiera è interessata.

Passaggio generazionale, adeguatezza degli assetti e continuità di impresa sono temi che tratteremo come contigui, poiché inevitabilmente interconnessi.

Prima di lasciare all’approfondimenti dei colleghi professionisti e imprenditori che seguono, ritengo doveroso segnalare come esempi il decreto del Tribunale di Catania dell’8 febbraio 2023 e del Tribunale di Catanzaro del 6 febbraio 2024   nei quali si evince un maggiore rigore verso l’inottemperanza dell’obbligo di istituire gli “adeguati assetti”. Questo rigore arriva al punto da condurre alla revoca dell’organo amministrativo a prescindere dalla presenza o meno di una situazione di difficoltà economica o finanziaria della società e anche di un pregiudizio concreto e attuale.

In altre parole il giudice, sollecitato da sindaci, revisori, consulenti o dipendenti dell’Azienda inadempiente, ha immediatamente dato applicazione alla norma, condannando o sostituendo il Cda.

Dunque, ogni Amministratore di PMI dovrebbe prendere spunto per adeguare i propri assetti organizzativi, amministrativi e contabili e preparare il passaggio generazionale per tempo.

Per affrontare queste criticità, AICIM offre strumenti diagnostici come BDS Tools e consulenze gratuite dei nostri esperti Ambassador. I risultati positivi ottenuti dalle aziende sono condivisi sui nostri social media, a testimonianza dell’efficacia delle nostre soluzioni.

 

Il passaggio generazionale nelle Imprese

A cura di Leonardo Arienti

 

  1. Premesse

Per garantire all’impresa la continuità negli anni l’imprenditore lungimirante deve necessariamente agire su due fronti paralleli.

 

Il primo è quello della pianificazione del passaggio generazionale che riguarda sostanzialmente la proprietà dell’impresa e la stabilità negli anni dell’assemblea dei soci.

 

Il secondo è quello dell’organizzazione e del governo societario, di diretta derivazione assembleare, mediante l’adozione di adeguati assetti organizzativi amministrativi e contabili.

 

Assicurare la continuità d’impresa attraverso le generazioni dotandola di un’assemblea stabile e di un’operatività solida mediante l’adozione di adeguati assetti organizzativi non solo ne preserva la stabilità e la creazione di valore, ma è anche un fattore chiave per la crescita economica e per l’innovazione.

 

  1. Introduzione al passaggio generazionale

Il passaggio generazionale è un processo cruciale per garantire la continuità e la stabilità delle imprese, in particolare per quelle a conduzione familiare, che rappresentano l’assoluta maggioranza del tessuto imprenditoriale italiano formato sostanzialmente da imprese o gruppi imprenditoriali di guidati o di proprietà dalla stessa famiglia imprenditoriale.

 

Il processo di passaggio generazionale è un processo estremamente variegato e complesso avente un’importante sia sotto il profilo familiare sia imprenditoriale. Tale processo normalmente dura diversi anni ed ha come obiettivo quello di trasferimento la guida e la proprietà dell’impresa familiare da una generazione imprenditoriale a quella successiva.

 

Per garantire la stabilità dell’impresa negli anni, il ricambio generazionale deve essere approcciato dall’imprenditore e dai consulenti che lo assistono con grande cura, sensibilità e visione di sistema, favorendo l’avvicendamento tra i componenti del nucleo familiare ed evitando “buchi di gestione” o conflitti familiari, conflitti che di riflesso si ripercuoterebbero anche sul governo societario e sull’operatività dell’impresa.

 

Secondo le statistiche di Unioncamere del 2017, solo il 30% delle PMI italiane sopravvive al fondatore e solo il 13% arriva alla terza generazione, evidenziando l’importanza di un’adeguata pianificazione. Le cause sono molteplici e spesso dovute alle grandi limitazioni che la legge italiana ha in termini di diritto civile, diritto tributario e soprattutto di diritto successorio.

Negli ultimi anni il legislatore sta cercando di porre rimedio a questa situazione.

Nel 2006 ci sono state importanti novità sia civilistiche sia fiscali per favorire il passaggio generazionale delle imprese a conduzione familiare con l’introduzione dell’istituto del patto di famiglia e l’esenzione fiscale per i trasferimenti familiari dell’impresa. Nel 2019 mediante l’introduzione, nel contesto del nuovo codice della crisi di impresa, degli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili, principi volti a garantire alle imprese una corretta amministrazione e dell’adeguatezza della struttura organizzativa e del sistema amministrativo-contabile.

Da ultimo, il Governo è recentemente intervenuto mediante la diffusione ad aprile 2024 di una bozza di decreto mediante la quale sono state proposte una serie di novità volte ad incentivare l’attività di pianificazione patrimoniale volta al passaggio generazionale.

 

  1. Strumenti per il passaggio generazionale in azienda

Sotto il profilo proprietario e partecipativo, l’articolo 2740 del Codice Civile stabilisce che ogni persona risponde delle proprie obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri. Questo principio è particolarmente rilevante per gli imprenditori-soci sia nel caso di società di persone sia di società a responsabilità limitata che al contempo sono amministratori delle società.

 

In questo caso, l’imprenditore-socio espone le proprie attività imprenditoriali a rischi significativi sotto il profilo della responsabilità patrimoniale. Invero, una volta che per qualsiasi motivo (anche non legato all’andamento della propria impresa) l’imprenditore dovesse incorrere in responsabilità personale, i propri creditori potrebbero agire direttamente sui beni faceti parte del suo patrimonio, e dunque sulle partecipazioni sociali, espropriandole. Ciò ha importanti effetti anche quando si pensa al futuro dell’impresa di famiglia ed al trasferimento delle partecipazioni dall’imprenditore ai propri figli o nipoti.

 

Sotto il diverso profilo della conflittualità ereditaria, l’articolo 536 c.c. prevede che una specifica quota, detta quota di riserva, sia destinata dalla legge agli eredi legittimari (coniugi e figli). Questa è   una delle principali fonti di tensione nelle famiglie imprenditoriali. Il rischio di litigi e divisioni in sede successoria può compromettere la stabilità aziendale e la coesione familiare. Il cercare di mitigare questi rischi mediante donazioni o accordi familiari in deroga al divieto dei patti successori non fa altro che aumentare, nel lungo periodo, il rischio di conflitti familiari.

 

Il nostro sistema legislativo prevede differenti strumenti volti a tutelare la famiglia, l’imprenditore e l’impresa operando un’attività di pianificazione patrimoniale accurata volta al passaggio generazionale. Gli istituti maggiormente impiegati in tale contesto sono: il trust, il patto di famiglia, l’holding di famiglia e l’intestazione fiduciaria. Queste misure non solo preservano l’integrità dell’azienda, ma facilitano anche il mantenimento di relazioni familiari armoniose con l’applicazione spesso anche di rilevanti agevolazioni fiscali che li rendono ancora più appetibili per le famiglie imprenditoriali.

 

3.1. Il trust

Il trust è uno strumento giuridico riconosciuto in Italia sin dai primi anni ’90 che sta avendo negli ultimi anni un’importante diffusione soprattutto nel contesto imprenditoriale italiano.

Sono molteplici le famiglie imprenditoriali note (Cucinelli, Antinori e De Longhi) e meno note che hanno optato per il trust come strumento di pianificazione patrimoniale per via delle sue eccezionali caratteristiche di assoluta personalizzazione.

Il trust è disciplinato sotto il profilo fiscale e da punto di vista civilistico è menzionato come istituto di tutela per i soggetti deboli dalla L. n. 112/2016 (c.d. “Legge Dopo di Noi”).

Il trust è un istituto altramente sofisticato che permette un’ampissima personalizzazione in base alle più sfaccettate esigenze, presenti e future, dell’impresa, dell’imprenditore e della famiglia.

 

3.2. Il Patto di Famiglia

Il patto di famiglia è un istituto giuridico introdotto nel nostro ordinamento nel 2006 (i.e. L. 14 febbraio 2006, n. 55) e regolato dagli artt. 768-bis e s.s. cod. civ..

In sostanza il patto di famiglia è un contratto mediante il quale l’imprenditore può trasferire – in tutto o in parte le partecipazioni sociali ad uno o più discendenti dallo stesso prescelti, secondo le quote che egli ritiene più opportune, in deroga alla quota di riserva prevista dall’art. 536 c.c. e dal divieto di patti successori previsto dall’art. 458 cod. civ. (che sancisce la nullità di ogni accordo con cui un soggetto dispone della propria successione o dei diritti che gli possono spettare in base ad una successione non ancora aperta).

La finalità del patto di famiglie è di garantire il passaggio generazionale dell’azienda in modo che l’imprenditore possa designare durante il corso della sua vita il soggetto o i soggetti che si occuperanno della stessa garantendone la continuità gestionale ed evitando future problematiche successorie.

 

3.3. Le holding di famiglia

La holding di famiglia è una società detentrice di partecipazioni controllata dai componenti di una stessa famiglia avente lo scopo di tutelarcene il patrimonio e di garantire un adeguato passaggio generazionale che consenta di dirimere le tipiche controversie dovute ad una gestione di tipo familiare. L’attività di holding può essere esercitata attraverso differenti tipologie societarie (società di persone o società di capitali) a seconda delle esigenze di volta in volta riscontrate.

La holding familiare può essere un utile strumento teso alla conservazione del patrimonio della famiglia, a garantire un adeguato passaggio generazionale e ad una peculiare pianificazione societaria e fiscale anche attraverso combinato di altri istituti come il trust, il patto di famiglia o l’intestazione fiduciaria della partecipazione.

 

3.4. L’intestazione fiduciaria

L’attività d’intestazione fiduciaria delle partecipazioni per il tramite di una società fiduciaria autorizzate ai sensi della L. n. 1966/1939 ha l’obiettivo di garantire la riservatezza rispetto agli assetti proprietari di una partecipazione oltre a quello di amministrare e gestire la partecipazione limitando al massimo i potenziali conflitti tra i soci.

L’intestazione fiduciaria viene molto utilizzata nelle società holding a partecipazione diffusa dove due o più soci possono demandare ad una società fiduciaria l’amministrazione della partecipazione. In questo caso i fiducianti-imprenditori restano proprietari reali della partecipazione che viene intestata alla società fiduciaria. Ciò permette dei riassetti familiari e dei trasferimenti di partecipazioni all’interno della famiglia con un elevato grado di riservatezza, in modo che i terzi non vedano in che modo la famiglia sta programmando ed attuando il passaggio generazionale.

 

Questi strumenti hanno lo scopo di rendere stabile gli assetti proprietari dell’impresa garantendone la continuità negli anni. Tale stabilità si riflette soprattutto a livello partecipativo all’interno dell’assemblea dei soci e dunque anche all’interno del consiglio di amministrazione della società, che ne è l’espressione.

L’attività di pianificazione patrimoniale non può dunque prescindere da un’attenta attività di programmazione relativa alla stabilità del governo societario e dall’attuazione e adozione mediante di assetti organizzativi, amministrativi e contabili adeguati.