A cura di Stefano Casoni e Michele Sgarbossa

 

Le reti di imprese: caratteristiche

 

Il contratto di rete, introdotto dall’art. 3, comma 4-ter, DL 5/2009 è uno strumento giuridico attraverso il quale “più imprenditori perseguono lo scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato e a tal fine si obbligano, sulla base di un programma comune di rete, a collaborare in forme e in ambiti predeterminati, attinenti all’esercizio delle proprie imprese ovvero a scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica, ovvero ancora ad esercitare in comune una o più attività rientranti nell’oggetto della propria impresa”.

 

Possono esser parti del contratto d’impresa due o più imprenditori (anche agricoli) di qualunque dimensione, oppure dei professionisti.

 

Vediamo quindi quali sono le tipologie di Reti di Impresa

Reti Informali: basate su relazioni di fiducia e collaborazione, senza formalità legali specifiche.

Reti Formali: costituite tramite contratti che definiscono diritti e doveri dei membri.

Reti Miste: composte da imprese e professionisti, favorendo l’integrazione tra competenze diverse.

Reti Internazionali: Consistono in partner che operano in paesi diversi, permettendo di espandere il mercato e condividere risorse.

 

La figura del Manager di Rete appositamente formata è di fondamentale importanza per coordinare le attività di una Rete e per dirigere verso il conseguimento degli obiettivi.

 

Anche i professionisti possono sicuramente partecipare alle reti di impresa, specialmente nelle reti miste. Questa integrazione arricchisce le competenze disponibili e permette una sinergia tra competenze tecniche e gestionali. Ad esempio, un avvocato può collaborare con un’impresa per gestire questioni legali, mentre un consulente può fornire supporto strategico.

 

Governance della Rete

 

La governance di una rete di impresa è un aspetto cruciale. In genere, si stabilisce un comitato di gestione o un coordinatore. La leadership può essere condivisa, con decisioni prese tramite consenso, oppure centralizzata in un singolo soggetto. È fondamentale definire chiaramente chi ha potere di comando e come vengono gestiti i conflitti.

 

Le reti d’impresa si suddividono in due grandi categorie:

  • Rete-contratto, priva di soggettività giuridica e tributaria.
  • Rete-soggetto, avente autonoma soggettività giuridica e tributaria.

 

RETE-CONTRATTO

In quanto priva di personalità giuridica, non assume autonomia tributaria e pertanto le operazioni (attive e passive) poste in essere in esecuzione del contratto di rete producono effetti, per la quota parte, direttamente in capo ai partecipanti alla rete. In questo caso i rapporti tra i partecipanti e la capofila nominata è riconducibile ad un mandato con o senza rappresentanza a seconda di quanto determinato nel contratto.

  • MANDATO CON RAPPRESENTANZA : la capofila agisce quale mandatario con rappresentanza (in nome e per conto) dei contraenti, gli atti posti in essere in esecuzione del contratto di rete producono effetti giuridici direttamente in capo ai singoli rappresentanti. Ne deriva quindi l’obbligo, per ciascuna partecipante, di fatturare tutte le operazioni per la quota di parte del prezzo ad essa imputabile ed ai fornitori di emettere, nei confronti di ciascuna impresa partecipante, le fatture relative alle operazioni passive indicando la parte di prezzo imputabile alle singole partecipanti al contrato di rete.
  • MANDATO SENZA RAPPRESENTAZA : in questo caso la sola capofila rappresenta il contratto di rete verso i terzi e pertanto sarà la capofila a “ribaltare” i costi ed i ricavi ai partecipanti per conto dei quali ha agito, emettendo o ricevendo fatture per la quota parte del prezzo riferibile alle altre partecipanti.

 

RETE-SOGGETTO

Risulta entità distinta dalle imprese partecipanti, ha autonoma iscrizione in apposita sezione del Registro Imprese ed è soggetta Ires ed Irap. E’ sicuramente un esempio di prima aggregazione di scopo tra aziende che vogliono condividere un percorso verso l’unificazione, limitando gli effetti all’oggetto del contratto di rete ma dando allo stesso autonomia soggettiva e tributaria e comunque un senso di unicità verso i terzi. In funzione di questo, il rapporto tra le imprese partecipanti e la rete è di natura partecipativa, assimilabile a quello tra soci e società, mentre verso i terzi si presenta un unico soggetto nato dal contratto di rete-soggetto.

 

Il contratto di rete può esser stipulato nella forma di atto pubblico o scrittura privata o per atto firmato digitalmente (ai sensi del Codice di amministrazione digitale).

In seguito dovrà esser iscritto presso il Registro Imprese di ogni partecipante alla rete e l’efficacia decorrerà dall’ultima iscrizione prescritta a carico dei sottoscrittori originari. Le successive modifiche invece saranno a cura dell’impresa indicata nell’atto modificativo e saranno depositate presso il solo Registro Imprese di quest’ultima.

 

Il contratto di rete dovrà, tra le altre cose, prevedere la governance che potrà esser attribuita ad un organo comune costituito ad hoc oppure potrà esser previsto che le aziende partner prendano collegialmente le decisioni necessarie per l’attuazione del programma della rete, in base alle regole che avranno condiviso in sede di costituzione.

 

Da quanto sopra si evince come il contratto di rete possa esser uno strumento flessibile che può permettere a più imprese di iniziare a collaborare su specifici obiettivi per poi arrivare a vere e proprie aggregazioni d’impresa. E’ uno strumento sicuramente flessibile che si adatta alle esigenze dei partecipanti ma che si fonda sulla stesura del contratto iniziale che dovrà indicare le regole condivise necessarie per lo sviluppo e la gestione della rete stessa.

 

 

 

A cura di Marco Curti

 

 

Sempre con riferimento alle PMI, non bisogna confondere le reti di imprese da: (i) Consorzi i) Distretti (ii) Associazioni Temporanee d’Impresa (ATI)

 

Il Consorzio svolge solo una o più fasi delle rispettive imprese: tipica e di maggior successo quella relativa alla promozione, ma anche l’attività di vendita per maggior penetrazione su uno o più segmenti specifici di mercato e/o l’attività d’acquisto per ottenere condizioni di sub-fornitura più vantaggiose. Invece il contratto di rete permette l’esercizio in comune di attività non solo strumentali, come quelle sopra dette, ma anche strategiche per lo sviluppo delle imprese partecipanti. In effetti la rete può consentire lo svolgimento di un’attività economica comune, anche nuova, diversa e autonoma quale produrre beni o servizi da offrire a terzi con la possibilità di generare degli utili, da ripartire tra le imprese.  Anche la normativa relativa ai due istituti è molto diversa:

  • il contratto di rete prevede l’indicazione degli obiettivi principali da raggiungere, le modalità che dovranno il raggiungimento di tali obiettivi e i criteri di valutazione degli stessi.
  • L’istituto del consorzio, al contrario, non prevede assolutamente questa possibilità, in quanto esso svolge una funzione esclusivamente mutualistica.

 

I Distretti fanno riferimento a territori geografici specifici e coinvolgono imprese specializzate in una o più fasi di un processo produttivo nonché integrate da interrelazioni di carattere economico e sociale: rappresentanza comune presso settori sia del pubblico che del privato, contrattualistica presso i grandi clienti o fornitori comuni e strategici,  riconoscimento nazionale e internazionale, partecipazione a fiere ecc. … Le reti d’impresa semplicemente prescindono da specializzazione o territorio e sono soggette a una specifica normativa.

 

Le ATI nascono principalmente per un unico scopo: partecipazione a bandi di gara pubblici o privati per la fornitura di beni e/o servizi. Le reti d’impresa invece non sono legate a una singola e specifica attività d’impresa ma, come più sopra detto, puntano a un’attività economica comune, anche nuova, diversa e autonoma come previsto dalle normative dei due istituti.

 

In conclusione occorre rilevare che il successo delle aggregazioni delle PMI non è stato significativo nel nostro paese, con diverse eccezioni soprattutto in termini di Distretti e ATI, e ciò fondamentalmente a causa della cultura del piccolo imprenditore che trova successo e soddisfazione nella propria individualità.

 

Consorzi, Distretti ATI r quant’altro accordo specifico per specifico obiettivo sono perfettamente OK se coscienti del fatto che sono solo strumenti di una strategia aziendale che resta propria del singolo imprenditore. Essi non sono se non un primo, non necessariamente significativo, passo verso quell’integrazione ormai necessaria alla piccola dimensione per assumere la massa critica necessaria per uscire dall’artigianato.

 

L’avvento del mercato globale e relativi problemi, lo sviluppo inarrestabile della tecnologia, i mutamenti sociali sia nazionali che internazionali e l’irrigidimento delle differenti idee-politiche fra nazioni obbligano e obbligheranno sempre più le PMI ad aggregarsi per poter mantenere o aumentare da una parte la forza d’investimento e dall’altra la resistenza al rischio d’impresa. Per questo le Reti d’Impresa appaiono come lo strumento più adatto a tali fini in quanto chiedono all’imprenditore di “rimanere se stesso”, ovvero di partecipare in pieno a un progetto imprenditoriale in comunione con altri imprenditori e non di limitarsi a un progetto specifico di specifico interesse che comunque continuerà a lasciarlo solo di fronte a un business che oggi possiamo cominciare a definire: troppo complesso per una persona sola o che semplicemente ama essere sola.

 

In conclusione le reti di impresa offrono un’opportunità unica per le aziende e i professionisti di collaborare, innovare e crescere insieme. La comprensione delle diverse tipologie, dei vantaggi competitivi e delle formalità necessarie è fondamentale per chi desidera intraprendere questo percorso. Con una pianificazione adeguata e una gestione attenta, le reti possono diventare un motore di sviluppo e successo nel mercato contemporaneo.

 

AICIM si pone con i suoi associati ed i suoi strumenti di diagnosi organizzativa come interlocutore per le PMI o Medie Aziende che abbiano necessità di sondare lo sviluppo di una Rete di Impresa.