I prestiti erogati nelle varie forme di finanza alternativa al canale “classico” bancario stanno assumendo un ruolo sempre più rilevante nell’economia globale. Secondo le più recenti stime di un Working paper della Bank of International ettlements, gli “alternative credit” sono balzati a circa 795 miliardi di dollari.
Affermavamo nel nostro articolo pubblicato il 17/10/2020 che se dovessimo paragonare il percorso di un’ Azienda nella Finanza Alternativa potremmo utilizzare la metafora del “percorso scolastico”: la gestione della tesoreria ordinaria equivale alle scuole medie; l’emissione di un minibond o di cambiali finanziarie sul mercato al liceo; l’ingresso di un Fondo di Private Equity nel capitale ad una laurea; il percorso di quotazione ai mercati ristretti come AIM la laurea specialistica; le operazioni strutturate in Borsa Elite un diploma di Master o Dottorato.
Per cogliere le opportunità offerte dal mercato e renderle operative nelle PMI occorre conoscerle quindi iniziamo il “percorso”.
Scuole medie: INVOICE TRADING
Si tratta di uno strumento succedaneo al classico anticipo fatture effettuato dalle banche, con la differenza che la cessione in questo caso viene effettuata online ed intermediata tra la piattaforma e la società che cede una fattura commerciale (il credito) in cambio di un anticipo in denaro.
Vantaggi: L’Invoice Trading è un ottimo strumento per società in difficoltà finanziaria e dotate di un buon portafoglio clienti, che trovano accesso ad una fonte di liquidità da altri sistemi negata, poiché la valutazione del profilo di rischio si sposta dal richiedente ai clienti di quest’ultimo.
Anche a società in forte crescita o che hanno bisogno di risposte veloci e flessibili posso trarre benefici dal ricorso a tale forma di finanziamento perché riduce il capitale circolante immobilizzato e aumenta la liquidità (senza segnalazione in centrale rischi), con miglioramento della PFN e di conseguenza del rating dell’impresa.
Non sono richieste garanzie, ipoteche o fideiussioni, non sono previsti vincoli contrattuali né è richiesta la cessione completa dei crediti commerciali.
Negli ultimi 12 mesi il comparto è cresciuto del +91%, anche grazie al ciclo di investimento molto corto, trattandosi della cessione a investitori professionali di fatture commerciali a scadenza mediamente di 3–4 mesi. Si tratta dello strumento più utilizzato ed è l’unico comparto dove l’Italia regge il confronto con l’Europa. Nell’ultimo anno sono nate molte piattaforme anche bancarie che operativamente hanno digitalizzato interamente questo processo, rendendolo molto flessibile e a tassi molto competitivi rispetto alla classica operazione di anticipo fatture commerciali.
Scuole medie: DIRECT LENDING
Il Direct Lending, cioè il credito fornito da soggetti non bancari attraverso prestiti diretti. Si tratta sicuramente del segmento meno sviluppato al momento nel campo delle PMI e senza dubbio quello dove è più difficile raccogliere informazioni esaustive, perché non pubblicamente disponibili.
Scuole Superiori: MINIBOND
I minibond sono obbligazioni o dei titoli di debito che possono essere emessi dalle piccole e medie imprese non quotate in borsa in forte crescita o che hanno bisogno di risorse per finanziare specifici progetti d’investimento a breve e medio termine. Come tutte le obbligazioni hanno un tasso d’interesse riconosciuto sotto forma di cedola periodica, e una data di scadenza[1]. Non ci soffermiamo alla definizione di obbligazione che conoscerete benissimo, ma preferiamo parlarvi di un’importante novità, è stata infatti pubblicata con delibera di Consob, la possibilità per le piattaforme di equity crowdfunding di poter emettere obbligazioni e altri strumenti di debito come i minibond.
I vantaggi offerti sono: l’accesso diretto al mercato dei capitali anche per importi contenuti, la diversificazione delle fonti di finanziamento (non bancarie), la possibilità di quotazione su ExtraMOT Pro di Borsa Italiana, una maggiore visibilità sul mercato e sui media, la totale deducibilità degli interessi passivi, la totale deducibilità dei costi di emissione.
L’industria dei minibond italiani ha raggiunto nel 2019 la soglia delle 801 emissioni, con 536 aziende che hanno sperimentato questo canale di finanziamento, fra cui 314 PMI. La raccolta cumulata è arrivata a € 5,5 miliardi (di cui quasi € 2 miliardi a PMI).
Scuole Superiori: CROWDFUNDING
Il crowdfunding letteralmente “finanziamento della folla” dall’inglese “crowd” (folla) e “funding” (finanziamento) è un finanziamento collettivo che consente a chi ha idee o necessità di sostenerle raccogliendo i fondi online da una moltitudine di persone. Senza dubbio il settore che sta crescendo di più negli ultimi anni grazie alle numerose piattaforme nazionali ed internazionali che oltre a sostenere finanziariamente le aziende italiane tramite la raccolta e la pubblicazione di progetti online, hanno svolto un grande lavoro di divulgazione ed educazione finanziaria.
Tra i principali vantaggi di questa tipologia di finanziamento vale la pena menzionare la visibilità per il progetto, la flessibilità e rapidità rispetto alla relazione con un istituto di credito e la democratizzazione della finanza in quanto la maggior parte delle piattaforme consentono di investire a partire da cifre ridotte. In base alle caratteristiche di ciascuna piattaforma si può trattare di capitale di debito (lending, cioè che propone una forma di prestito con pagamento degli interessi) o capitale di rischio (equity, cioè che raccoglie finanziamenti in cambio di quote societarie).
Nel 2019 sono stati raccolti oltre 160 milioni di euro in Italia tra le varie tipologie di raccolta tramite crowd.
Nel prossimo articolo continueremo il “percorso”, continuate a seguirci.
A cura del Tavolo Finanza e Controllo
Coordinatore: Andrea Spensieri
Autori: Alberto Paterlini, Alessandro Pistagnesi, Marco Curti, Michele Vanzi
[1] In base al Decreto Destinazione Italia del 2013, i minibond devono essere emessi da società italiane non quotate che non siano né banche, né microimprese. Stabiliti da Borsa Italiana, ecco nel dettaglio quali sono i requisiti, che una società deve possedere per emettere queste obbligazioni:
- avere l’ultimo bilancio certificato da un revisore esterno;
- avere un fatturato di oltre 2 milioni di euro;
- avere un organico di almeno 10 dipendenti.
In base a ciò, va quindi aggiunto che il minibond deve essere considerato un’opportunità di finanziamento sul mercato dei capitali e non uno strumento di supporto per le aziende in crisi.
Il costo si aggira tra l’1% e il 2,5% per l’emissione complessiva e l’eventuale quotazione del minibond.