Premessa.

A cura di Andrea Spensieri.

Ad un anno di distanza riprendiamo un tema approfondito nel 2021. Ripartiamo da dove ci eravamo lasciati e cioè dalla dichiarazione del Presidente del Consiglio Prof. Mario Draghi al G7:

Quel che bisogna valutare è se un progetto è utile o no. Se supera certi test che riguardano il suo tasso di rendimento sociale, come anche nell’istruzione o nel cambiamento climatico, oppure è semplicemente il frutto di una convenienza politica e di clientelismo”.

“Questa è un’opportunità unica di investire in molti progetti di valore elevato. Se sono vecchi o nuovi non è importante, ciò che conta è che il loro valore sociale sia dimostrabile”. “E’ in gioco il futuro dei Paesi in questione.”

“L’impatto (del Next Generation EU-ndr) sulla crescita e sulla sostenibilità del debito negli anni a venire sarà maggiore, quanto più grande è il debito iniziale. Per questo è così importante che i Paesi con un debito elevato facciano una valutazione molto attenta del tasso di rendimento dei progetti che finanzieranno”.

(Federico Fubini 15.12.2020,Corriere della Sera)

Come un anno fa ribadiamo il concetto in un clima completamente stravolto dalla pandemia Covid, attutita dai cicli vaccinali e attualmente dalla recente guerra all’Ucraìna.

La situazione geopolitica è complicata dalla situazione climatica che vede protagoniste situazioni di sconvolgimento legate ad aree in piena crisi idrica, quando non di siccità, che si lega al fenomeno del “caro-energia”. La combinazione di questi diversi fattori continua a far evolvere una forte fiammata di inflazione sul paniere di spesa, che contribuirà ad un autunno difficile sia per le imprese produttrici, sia per i consumatori.

L’attuale scenario di incertezza, l’innalzamento del livello dei prezzi, le difficoltà nella Supply Chain mondiale spingono ancora di più a puntare su tassi di rendimento degli investimenti elevati sia per la crescita e lo sviluppo dell’economìa che delle PMI.

Riuscire a fare in modo che il progetto PMI sia ad alto rendimento, ovvero appetibile per il Mercato finanziario è il “commitment” delle Imprese italiane.

Allo stato attuale ci troviamo di fronte ad un incremento di liquidità disponibile elevatissima: sia per le risorse del PNRR in arrivo, in parte già impiegate, sia per la liquidità accumulata sui conti correnti dai risparmiatori pari a 2.056 miliardi di euro secondo Banca d’Italia.

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) un anno dopo: stato dell’arte.

A cura di Stefano Casoni

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sviluppato dal Governo Conte prima e Draghi poi, e trasmesso alla UE il 30 Aprile 2021, ha successivamente ricevuto una valutazione globalmente positiva dalla Commissione UE il 22 Giugno 2021 ed è poi stato definitivamente approvato con Decisione di esecuzione del Consiglio dell’Unione Europea, che ha recepito la proposta della Commissione, il 13 Luglio 2021.

Il 13 Agosto 2021 la Commissione Europea ha poi erogato il prefinanziamento di 25 miliardi di Euro (sui 191,5 totali) che rappresentano circa il 13% dell’importo complessivo di prestiti e sovvenzioni previsti nel PNRR. Le successive erogazioni saranno poi autorizzate in funzione della realizzazione degli investimenti e delle riforme previste. L’articolo 24 del Regolamento UE 2021/241 prevede infatti che lo Stato ”presenta alla commissione una richiesta debitamente motivata relativa al pagamento del contributo finanziario” due volte l’anno. Pertanto alla fine di ogni semestre, in base a quanto decretato lo scorso 6 Agosto dal Ministro dell’Economia, è prevista la richiesta alla Commissione Europea di una rata di rimborso che sarà condizionata al raggiungimento degli obiettivi o traguardi fissati dai singoli progetti o riforme.

Successivamente la Commissione valuterà se “i pertinenti traguardi e obiettivi” saranno stati “conseguiti in misura soddisfacente” e, in caso positivo, autorizzerà l’erogazione del contributo finanziario conseguente.

Il 28 Febbraio 2022 la Commissione Europea ha approvato una prima valutazione preliminare positiva sul raggiungimento da parte dell’Italia degli obiettivi previsti per il 2021 ed il conseguente pagamento della prima rata dei finanziamenti di 21 miliardi di Euro (10 di sovvenzioni ed 11 di prestiti).

E’ pertanto di interesse comune procedere con l’attuazione completa del piano approvato che si dovrà concludere entro il 2026.

Come già rimarcato anche l’anno passato, il PNRR è finalizzato al conseguimento degli obiettivi di carattere generale fissati dalla UE quali:

  • Riforme orizzontali o di contesto, d’interesse trasversale a tutte le Missioni del Piano (innovazioni strutturali dell’ordinamento finalizzato a migliorare l’equità, l’efficienza, la competitività ed il clima nell’economia del singolo Paese membro);
  • Riforme abilitanti (interventi volti a rimuovere gli ostacoli amministrativi, regolatori e procedurali che condizionano negativamente il sistema economico del Paese membro);
  • Riforme settoriali (innovazioni normative specifiche destinate a migliorare i singoli regimi in ambiti settoriali).

Il PNRR sviluppato dal Governo Italiano, come noto, sviluppa tali obiettivi fissando 6 Missioni articolate in 16 Componenti.

Le sei Missioni sono:

  • Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo;
  • Rivoluzione verde e transizione ecologica;
  • Infrastrutture per una mobilità sostenibile;
  • Istruzione e ricerca;
  • Inclusione e coesione;
  • Salute

Le 16 Componenti che sviluppano questi sei pilastri sono gli ambiti in cui sono aggregati i progetti di investimento e le riforme previste dai Piani stessi. Ciascuna componente riflette riforme e priorità di investimento in un determinato settore o area di intervento.

A cura del Team Finanza e Controllo

Coordinatore del Team: Andrea Spensieri

Vice-Coordinatori: Alessandro Pistagnesi, Stefano Casoni